AVVENTO… ATTESA, SPERANZA, INIZIO

    “Celebrare l’Avvento, significa saper attendere, e l’attendere è un’arte che, il nostro tempo impaziente, ha dimenticato”.

     Carissimi, questa espressione di Dietrich Bonhoeffer, sintetizza la bellezza e la complessità del tempo liturgico che ci prepara ai momenti ultimi e al gaudio del Natale. È un tempo efficace e indispensabile per ricominciare da capo e rivalutare la dimensione dell’attesa come atteggiamento semplice che ci permette di accogliere il dono dell’incontro con il Signore.

     Avvento quindi è Dono di un’Attesa.

    Spesso la vita di una persona dipende da ciò che attende, perché l’attesa è desiderio, è possibilità di futuro, è speranza. C’è, però, un’altra dinamica spirituale che dobbiamo riscoprire in questo tempo liturgico. Non solo noi attendiamo l’Atteso, ma prima ancora è Lui che attende noi, così come la terra attende il seme per portare frutto. Siamo noi, dunque, gli attesi; Dio ci attende nella concretezza della terra, nei volti dei fratelli, nella fedeltà al quotidiano, nella passione per l’uomo. Il nostro è un Dio che ci chiede di metterci nelle sue mani perché anzitutto Lui si mette nelle nostre mani; anzi, ci chiede di far diventare le nostre mani le sue mani, i nostri occhi i suoi occhi, i nostri cuori il suo cuore. E noi, attendiamo qualcosa o attendiamo Qualcuno?

     Avvento è Attesa di Speranza

    Forse mai come in questo particolare momento storico sentiamo il bisogno di Qualcuno che venga a liberarci, che ci doni la speranza sollevandoci dall’incubo di un’angoscia che per molti è disperazione. L’avvento è il tempo della Speranza che si incarna nella storia di ciascuno. In questo tempo liturgico investighiamo sui segni di speranza presenti in noi, segni che narrano la quotidiana condiscendenza di un Dio che si intrattiene con noi come tra amici. E se ci accorgessimo che la lucerna della speranza si spegne… ravviva la Speranza!

Dai credito al Signore ed Egli renderà nuova la tua vita.

Stupisciti sempre del suo amore che costantemente riversa nella brocca della tua storia.

Rendigli grazie per tutto ciò che ha pensato per te.

Sforzati di essere umile. Sta attento che il virus dell’abitudinarietà non ti colpisca. Esso è capace di far spegnere quella fiamma di speranza che Dio ha acceso nel tuo cuore. Non rassegnarti dinanzi agli ostacoli che si presentano sul tuo cammino.

Impara da Maria a dire si.

E sarà un nuovo inizio!

Don Gennaro